Cosi il famoso romanzo pirandelliano ha ripreso forma e voce grazie anche al Ministero della Cultura e il Comune di Parma che hanno organizzato e sostenuto l'evento. Lo spettacolo era fermo da circa un anno, ma precedentemente aveva fatto una lunga tournée superando le 130 repliche e oltre i 100.000 spettatori, tra questi anche molte scolaresche.
La piece ha ricevuto nel 2017 anche il premio Franco Enriquez per il migliore attore e la migliore regia.... rendendo così omaggi e meriti a Lo Verso che grazie alla sua mimica facciale e la sua teatrale gestualità ha trasmesso al pubblico emozioni e suggestioni.
Cosi abbiamo rivolto delle domande sia alla regista che all'istrionico interprete.
Ad Alessandra Pizzi abbiamo chiesto:
- Qual è stata la difficoltà maggiore per portare in scena un'opera già così conosciuta?
In questo periodo è difficile tutto perché tutto è reso complicato dalle giuste restrizioni che dobbiamo rispettare e quindi ci vuole impegno, coraggio e passione per voler presentare al pubblico un lavoro indipendentemente dalla sua importanza e notorietà. Ci sono volute particolari attenzioni per calibrare la nostra voglia di fare teatro con le esigenze dettate dalla pandemia. -Il protagonista ha una personalità molto complessa, dalle mille sfaccettature… tra cui quella di sentirsi un incompreso.
- Quanto c'è di attuale in questa opera di Pirandello visto che in questi anni molti giovani si sentono incompresi?
Molto, moltissimo...la modernità di Pirandello è riconosciuta da tutti, lui è un precursore dei tempi e quello che era un problema atavico dell'uomo, cioè l'incapacità a cogliere se stessi, viene affrontato in modo chiaro ed evidente ed ahimè è sempre molto attuale... soprattutto tra i giovani.
A Enrico Lo Verso abbiamo chiesto:
- Per un grande attore siciliano come lei quanto è forte l'orgoglio di portare in scena un grandissimo siciliano come Pirandello?
Pirandello non è solo siciliano e nemmeno solo italiano ma è Patrimonio dell'umanità e per me è sempre un grande onore e un immensa responsabilità.
E" sempre un piacere vedere che c'è tanta gente interessata ai testi classici che restano sempre attuali.
- Lei si è cimentato con il grande cinema, con fortunate fiction televisive ma la sua passione più grande è il teatro. Quanti punti in comune ci sono tra lei e Vitangelo Moscarda?
Essendo Moscarda uno, nessuno e centomila ed essendo noi tutti poliedrici.... sicuramente ci sono molti punti di contatto...uno fra tutti la voglia di conoscersi, la ricerca introspettiva che c'è in ognuno di noi.
- Abbiamo notato che al termine di ogni spettacolo raccogliete su un registro tutte le considerazioni e le riflessioni del pubblico. Qual'è il motivo di tale iniziativa?.
È una mia idea che ho avuto per conservare le emozioni degli spettatori perché la forza del teatro è proprio quella di un' osmosi tra attori e spettatori. Noi abbiamo bisogno di questo scambio e di conoscere le varie chiavi di lettura del pubblico.
- Qual'è il feedback che ricorda con maggior piacere?
Quello di una ragazzina di una scolaresca che ha riscontrato che Moscarda era un bullizzato e che quindi Pirandello aveva già colto il problema del bullismo .